giovedì 21 aprile 2011

Sulle dimissioni di Pietrogino Pezzano



Una vittoria della buona Politica



La scorsa settimana abbiamo assistito all’epilogo del caso Pezzano. Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato a maggioranza la richiesta di revoca della nomina di Pietrogino Pezzano perché “risulta essere non pienamente rispondente agli irrinunciabili requisiti di trasparenza e irreprensibilità che il ruolo richiede". A nulla è valsa la fuga dei consiglieri di Lega e PdL nel tentativo di far mancare il numero legale e rinviare per la seconda volta la discussione della mozione: certi argomenti creano imbarazzo.


Il dottor Pezzano ha quindi deciso di dimettersi. Definire questo importante risultato “una vittoria di Pirro del PD”, come ha dichiarato il vicesindaco di Legnano, il leghista Gianbattista Fratus (La Prealpina, mercoledì 13 aprile), significa commettere due errori:


(1) si sottovaluta la responsabilità che la politica deve assumersi nel garantire nomine trasparenti. E questo non era certo il caso del dottor Pezzano. Oltre ai contatti con esponenti della ‘ndrangheta - confermati dal Governo in risposta a una recente interrogazione di due deputati PD - lo stesso giorno in cui si discuteva la mozione in Regione Il Corriere della Sera dava notizia di un incontro avvenuto lo scorso 8 aprile 2009 nel palazzo dell’Asl 3 di Monza tra Pezzano e il boss Paolo Martino, arrestato 4 settimane fa. Sulla natura di questi rapporti non sono state mai fornite spiegazioni né dal diretto interessato, né da chi l’ha nominato.


(2) la nomina di un nuovo direttore dell’Asl Milano 1 è la vittoria della buona Politica, non di un solo partito. Il PD ha dato il suo forte contribuito, insieme a tutte le altre forze politiche (SEL, IdV, UdC) che in Consiglio Regionale hanno approvato la mozione. Altrettanto importante è stato il segnale proveniente dal territorio, dai Consigli Comunali che hanno discusso e richiesto la revoca della nomina. Ultimo ad unirsi all’elenco è stato il comune di Cornaredo, governato dal centrodestra, dove l’astensione della Lega locale ha permesso l’approvazione della mozione presentata dal PD.


Questo risultato rende anche giustizia a chi, nel chiuso di qualche aula consiliare, è stato oggetto di insulti e soprattutto alla tenacia del sindaco di Vanzago, Roberto Nava, che per primo ha denunciato l’inopportunità di tale nomina e al quale si sono uniti molti altri sindaci. Ora veniamo a sapere che ad inizio gennaio proprio Nava ha ricevuto minacce di morte da ignoti. A lui va la nostra completa solidarietà per questo grave atto di intimidazione.


Il Partito Democratico è convinto che la legalità non abbia colore e che tutti i partiti debbano fare fronte comune nella lotta contro la presenza delle organizzazioni criminali nei nostri territori: la vera vittoria sarà quando tutti le forze politiche saranno consapevoli che certe nomine sono inopportune e non vanno nemmeno considerate. Ma per far questo è necessario che alle dichiarazioni di principio e alla partecipazione agli incontri pubblici seguano fatti concreti.


Giuseppe Elia

Coordinatore PD - Zona Legnanese


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